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Dalla fondazione all'impero romano
Il nome Neapolis, che significa "Città Nuova" = neà (nuova) polis (città), fu dato al nucleo urbano che si insediò sulla collina di Sant'Aniello a Caponapoli, dai greci per distinguerlo dalla vicina Partenope, detta poi Palepoli (città vecchia) = paleos (vecchia); polis (città).
I greci, in origine la chiamavano Neépolis oppure Neypolis con l'influenza latina divenne Novapoli e poi Neàpolis. La moneta, in epoca greca era Neopolitoon.
Nel VII secolo a. C. con l'espansione da parte dei Calcidesi di Cuma nel Golfo di Napoli che toccò anche Pozzuoli e con l'insediamento di Partenope sulla collina di Pizzofalcone, ha inizio la storia greca di Napoli. Per lungo tempo si pensò che le due Città fossero un'unica cosa anche per il condiviso culto della Sirena Parthenope ma anche perché, con la supremazia e l'ampliamento di Neapolis, i due popoli si unirono.
La prima fondazione (Partenope) fu determinata dalla politica di controllo del Golfo di Napoli che vide i Cumani espandersi prima all'isola d'Ischia (Phitecusa) e a Capo Misero a settentrione, poi a Partenope a meridione, con il controllo quindi della collina di Pizzofalcone con la sottostante penisola di Megaris (oggi Castel dell'Ovo).
Le origini di Partenope (fondata dai greci di Rodi) sono rimaste incerte finché non è stata rinvenuta, accanto alla collina di Pizzofalcone, in Via Nicotera una necropoli risalente al VII secolo a.C.
Nel 474 a.C. Gli Etruschi diedero battaglia ai Calcidesi di Cuma, i quali, per resistere agli Etruschi si allearono con i Siracusani che, in poco tempo presero il sopravvento sui Calcidesi, decretando il declino della potenza cumana. I Cumani avevano, nel contempo distrutto Partenope ed abbandonato altre città per impedire che potessero cadere in mano agli Etruschi.
Neapolis fu fondata nel 470 dai Cumani e dai Siracusani, insieme ad una colonia di Ateniesi intorno alla collina di Caponapoli e ad oriente del fiume Sebeto.
- i Cumani vi introdussero il culto di Apollo, Demetra (Cerere), Dioniso, Artemide, Heracles ed i Siracusani il culto di Athena; inoltre, organizzarono la città in Fratrie (se ne conoscono 12) dalle quali poi derivarono nel medioevo i Seggi o Sedili;
- i Siracusani introdussero la pianta urbanistica regolare;
- gli Ateniesi introdussero la ceramica, la moneta ed il culto della Sirena Parthenope che soppiantò il culto di Athena professato dai Calcidesi della vecchia città.
Grazie alla posizione che dominava tutto il Golfo, si unì il controllo del territorio cittadino e del commercio marittimo. Neapolis divenne, in breve, una potenza indiscussa, soprattutto nel commercio via mare, acquisendo rapporti anche di natura culturale con tutte le popolazioni che nel Mediterraneo si incrociavano.
Neapolis divenne anche un importante centro culturale ed artistico grazie ai teatri, ai ginnasi ed alle palestre che vi furono costruite.
Per la costruzione degli edifici fu utilizzato, scavando nel sottosuolo, il tufo che contraddistingue il territorio. Dalle cavee che venivano ricavate, fu realizzato un imponente acquedotto sotterraneo che ha servito la città fino alla fine dell'Ottocento.
La posizione era inoltre ottimale, grazie ai fossati naturali che la circondavano e dal mare oltre che dal fiume Sebeto che scorreva ad occidente. La città fu circondata da possenti mura che la rendevano praticamente imprendibile. La struttura era caratterizzata da un doppio blocco di tufo collegato da speroni trasversali e riempito di pietre tufacee, vulcaniche e terra.
Le mura circondavano la città seguendo le inclinazioni naturali del suolo, oggi modificate. Come era tipico delle città della Magna Grecia, il centro abitato di Neapolis occupava solo una parte delle superficie interna alle mura, assicurandosi ampi spazi liberi in caso di assedio della città ed era, altresì, isolata rispetto alle altre città limitrofe.
Il primissimo insediamento era delimitato a Nord e ad Est dalle mura, ad Ovest dall'attuale via Duomo ed a Sud dall'attuale Piazza San Gaetano, successivamente la città assunse l'aspetto per decumani e cardini ancora oggi riconoscibile.
Tre erano le strade principali (Plateiai) e venti i vicoli verticali (stenopoi) che, intersecandosi davano rigine a "insule" regolari che formavano 4 regioni; la prima a Nord fra le mura e la platea superiore (Via Anticaglia); la seconda tra questa e la platea maggiore (Via Tribunali); la terza fra questa e la platea inferiore (Spaccanapoli); la quarta fra questa e le mura meridionali (via Corso Umberto).
Le Plateiai furono chiamate"Decumani" e gli stenopoi furono chiamati "Cardini" in epoca romana.
Lo storico ottocentesco Bartolomeo Capasso sosteneva che esisteva una quarta Platea (o decumano) che si sarebbe dovuta dipartire dall'attuale Via Mezzocannone attraverso la porta Ventosa per terminare nell'attuale Via S. Arcangelo a Baiano ma questa teoria, anche se suffragabile guardano la piantina di quella zona, a molti pare contestabile stando la strettissima vicinanza con le mura di recinzione meridionali che sembrerebbe contraddittoria rispetto alla tipicità urbanistica di cui si diceva prima.
Questa nuova organizzazione urbanistica si determinò nella seconda metà del V secolo, con l'arrivo di coloni ateniesi e profughi Cumani. L'Agorà (zona di Piazza San Gaetano) che in origine era collocata al centro delle mura di recinzione, si trovò, quindi al centro della città che si era intanto estesa nelle superfici precedentemente lasciate libere. Nell'Agorà si concentrò il potere politico ed economico.
Chi arrivava a Neapolis dal mare vedeva, dunque, una città fortificata che si elevava verso l'alto.
La murazione del IV secolo diventò quasi inespugnabile, con un doppio blocco di muratura parallela, grazie all'utilizzo della pietra tufacea e raggiungendo anche uno spessore di 20 metri ed essendo, per giunta, protetta da alti ostacoli lungo lo strapiombo ed essendo, infine, altissima. Le mura erano dotate di porte due ai lati opposti di ogni Platea (decumano):
- Decumano superiore; ad Ovest (fra Via Sapienza e Via de Crecchio) era chiamata "Porta Romana", quella ad Est non meglio identificata, al termini di Via Santi Apostoli, potrebbe essere porta Santa Sofia.
- Decumano maggiore; ad Ovest la porta ricostruita in epoca medievale detta "Donnorso"; ad Est "Porta Capuana" accanto ai Tribunali;
- Decumano Inferiore; ad Ovest in piazza S. Domenico Maggiore "Porta Cumana" o "Puteolana" ad Est "Porta Furcillensis" o "Nolana".
- La porta a Nord della Città è sconosciuta nel nome ma sicuramente era posta in posizione più arretrata rispetto all'attuale Porta San Gennaro.
- La porta a meridione era detta "Porta Ventosa" ed era collocata a metà di Via Mezzocannone e se ne ha memoria ancora in epoca spagnola.
All'epoca dell'Impero Romano d'Oriente, sotto Giustiniano, il generale Belisario che era entrato in città proprio da un varco dell'acquedotto della Bolla presso la porta settentrionale, restaurò la murazione e fece costruire 7 nuove torri, denominate Augustali. Successivamente Narsete, esarca di Ravenna, ampliò la struttura fino al porto con una muraglia che si estendeva dal molo piccolo fino a Piazza Mercato, detta Muracino, comprendendo anche l'area della Chiesa del Carmine.
Nel 326 a.C. Neapolis e Roma firmano il trattato di alleanza e la città può ulteriormente espandersi, nella parte occidentale, con l'aggregazione dell'altura di San Giovanni Maggiore, al fine di riunire in Neapolis la città vecchia di Partenope. Fu costruita una nuova muraglia lungo le attuali vie Sedile di Porto, S. Maria la Nova, S. Chiara e Pallonetto di S. Chiara fino a congiungersi al muro laterale alla Porta Cumana. Il precedente tratto di muro, da via Nilo a Vicoletto Mezzocannone fu demolito. Fu conservata la restante muratura del tratto inferiore con la costruzione di un muro nella parte occidentale della nuova strada che si venne a realizzare e che poi divenne canale pubblico. In epoca romana la città fu arricchita di grandi stabilimenti termali, grazie alla presenza di numerose fonti d'acqua; di un grande ginnasio e dello stadio, questi ultimi nei pressi delle mura meridionali ed in prossimità del mare, unitamente all'ippodromo per le corse dei cavalli e delle bighe.