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Le Arciconfraternite

Le Arciconfraternite, dalle origini ai giorni nostri

Il Centro Antico di Napoli è costellato di tante piccole chiese e cappelle, la cui origine risale a tempi lontani, quando i luoghi di culto pagani, costruiti dalle Fratrie, furono adattati alla religione cattolica a cura delle famiglie nobili che edificarono i primi Sedili.

Queste cappelle presenti nei seggi, erano dette "Staurite" (dal greco stauros ) e furono dedicate alla Santa Croce.

Con il trascorrere del tempo, questi spazi sacri, sempre di proprietà dei patronati aristocratici napoletani, aumentarono notevolmente per l’uso delle processioni parrocchiali che, specialmente nel periodo pasquale, riempivano di folle di fedeli le strade della Città.

Per la domenica delle Palme, nei Sedili, dopo la benedizione, era tradizione organizzare una processione che dalle chiese parrocchiali partiva ed attraversava tutto il quartiere con gli "stauritari" attivi nel raccogliere le elemosine.

Paranze dei fujenti o battienti

ragazzi vestiti di bianco nei vicoli di NapoliUna tradizione questa, ancora oggi viva e che vede le strade napoletane percorse dalle "paranze" dei fujenti o battienti , spesso con la forte presenza di bambini, vestiti di bianco e con sciarpe azzurre o rosse che, al suono di bande musicali, invocano il nome della Vergine e a gran voce chiedono  piccole donazioni in denaro.

Oggi queste "paranze" portano in processione l’immagine della Madonna dell’Arco perché è proprio al Santuario dedicato alla Vergine e che si trova a pochi chilometri dal centro cittadino, che si recano i moderni pellegrini nel giorno del lunedì in albis.

L’antica processione, ai tempi dei Sedili, faceva sosta presso ogni altare sul quale era posta una croce ornata di palme; altari che poi sono stati sostituiti, nel tempo, con le cappelle.

Le Staurite, divenute delle vere e proprie "associazioni" a carattere religioso,  avevano per attività:  l’adorazione, le opere di pietà, l’assistenza ai fanciulli abbandonati, alle vedove, agli infermi ed ai carcerati.

Ogni Staurita era dedicata ad un Santo Protettore e tutte le Staurite si specializzarono nella sepoltura dei morti, creando nei sotterranei sottostanti alle rispettive cappelle, dei cimiteri, detti "terre sante".

I "confratelli" del rione o quartiere ricevevano una degna sepoltura con l’interro, l’esumazione e con la sistemazione definitiva nell’ipogeo.

Un esempio di "terra santa" ancora oggi visitabile, è la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio, ai Tribunali.

Le Staurite si trasformarono, poi, con la soppressione dei Sedili, nelle confraternite o arciconfraternite, dedite alle stesse attività di culto, beneficenza, assistenza e sepoltura dei morti.

Soprattutto la cura dei defunti, viene ancora oggi praticata dalle Arciconfraternite che, dopo il periodo di occupazione francese del XIX secolo, con il divieto di seppellire i morti nelle "terre sante", provvedono alle sepolture nei cimiteri o camposanti; luoghi pubblici dove ogni arciconfraternita fornisce, ai propri associati,  tutta l’assistenza necessaria per i funerali dei propri cari ma anche adeguati spazi di sepoltura dall’interramento alla nicchia di famiglia, in appositi edifici costruiti  con  i contributi associativi dei confratelli stessi.