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Monumenti da visitare nel centro di Napoli

Cappella di San Gennaro a Sedil Capuano

In monumenti, "Cosa visitare a Napoli", la Cappella di San Gennaro a Sedil Capuano
è lungo il percorso no 1: "Il tesoro del Banco di Napoli"

Percorrendo Via Tribunali provenendo  da Via Duomo, dopo aver superato la piazzetta Cardinale Sisto Riario Sforza dove si erge la Guglia di San Gennaro, incontriamo un piccolo slargo che sul lato superiore è inquadrato da un "cavalcavia" con un arco a tutto sesto che si appoggia ad una colonna angolare di evidente origine medievale.

Cappella San Gennaro Sedil Capuano

L’arco che oggi osserviamo, è ciò che resta dell’antico Sedile di Capuana, che fu uno dei più importanti Seggi della Città.

Inoltrandoci per il Vico (Vico Sedil Capuano) che inizia con questo arco, a pochi metri sul lato destro di questa strada, anche se quasi sempre semioccultato da automobili in sosta, alle spalle di un piccolo cancello in ferro, non passa inosservato un portale barocco, in pietra lavica piperina, sormontato da uno stemma marmoreo dedicato a San Gennaro e da un finestrone inferriato, dalle eleganti forme sinuose, caratterizzato da due mezzi timpani rovesciati.

E’ l’ingresso della Cappella o Chiesa di San Gennaro a Sedil Capuano, oggi in disuso ma occupata, nel secolo scorso, dalla Confraternita  dei Bianchi Cinturati.

La prossimità con il Seggio di Capuana, ci fa comprendere che questo piccolo edificio di culto, era stata la Cappella aggregata al Sedile stesso.

Oltre ad avere funzioni amministrative "civili", i Sedili avevano anche il compito di difendere la Fede. Nelle loro vicinanze, infatti, insistevano cappelle dedicate spesso al Santo Patrono più venerato nella "Piazza".

L’origine della Chiesa di San Gennaro a Sedil Capuano è di origini non documentate; sicuramente fu rifatta nel secolo XVI dalla famiglia dei Dentice che ne avevano il patronato e fu, poi, restaurata dai Caracciolo di Gioiosa, nel 1744.

Sulla sinistra della facciata, si nota una finestra quadrilobata che fu tagliata nel secolo scorso, per realizzare la porta di ingresso della Congrega dei Cinturati.

coro con ringhiera in legnoL’interno si presenta con una pianta quadrata di modeste dimensioni.

La volta a crociera è decorata con delicati ed elaborati stucchi che ne evidenziano la forte caratterizzazione barocca.

Un elegante coro con ringhiera in legno sovrasta l’ingresso principale, mentre sulla parete laterale a destra dell’ingresso, si osserva una grata lignea che copre alla vista dei fedeli, una finestra dalla quale le suore di clausura potevano assistere alle funzioni.

La Chiesa è in disuso da lungo tempo; fu affidata, dal Cardinale Alessio Ascalesi, alla Confraternita dei Bianchi Cinturati, che erano rimasti senza sede a seguito dei bombardamenti aerei delle Forze Alleate nel 1943 che distrussero la Chiesa del Carminiello, all’epoca occupata dalla Confraternita

La Confraternita dei Bianchi Cinturati già in S. Maria Ancillarum  sorse nel 1586 per unire in pia confraternita, nobili cortigiani.

Lo scopo dei pii confratelli era quello di sostenere con congrue sovvenzioni, ma anche facendo leva sul loro status e sui ruoli ricoperti presso la Corte, i Ritiri; gli Oratori e le tantissime istituzioni caritatevoli ed assistenziali che erano fortemente presenti nella zona di Capuana ma anche dei Mannesi, Nido e Portanova.

La loro prima sede era l’antica Chiesa di Santa Maria Ancillarum che sorgeva nei pressi di Donna Regina che era meglio conosciuta come "S. Maria a Cellaro"; da qui con evidente forzatura, fu poi chiamata "S. Maria Ancillarum".

La Confraternita era caratterizzata dal "sacco" in finissimo lino bianco, con cinturone in pelle nera; fascia rossa al collo con un "tosone" argenteo raffigurante la Vergine Maria.

Nel 1791, adeguando le Regole statutarie alle nuove leggi dello Stato, ottenne l’assenso della Real Camera di Santa Chiara.

Dopo il 1790 la Confraternita si trasferì nella Chiesa del Carmine ai Mannesi, detta del Carminiello, (acquistata con le sovvenzioni dei Confratelli)  che subì dei restauri nel 1785, nel 1849 e nel 1870. Qui stette fino al 1943, quando, come detto la chiesa fu demolita a seguito del violento bombardamento del 7 luglio.

  Nel frattempo, adeguandosi ai tempi, la Confraternita non perseguiva più i fini dei suoi fondatori ma restrinse ai soli iscritti, le opere di mutualità e le onoranze funebri.

Negli anni ’60 del secolo scorso, anche a causa delle cattive condizioni abitative della Chiesa di San Gennaro a Sedil Capuano che ormai ospitava il sodalizio, questo è andato in crisi.

Venuti meno anche gli associati, ridotti al numero di trentuno unità, l’Autorità Tutoria ha provveduto a trasferire l’amministrazione della Confraternita presso la Chiesa di san Giuseppe dei Ruffi in Via Duomo.